Proiezione del documentario di Fabio Fiandrini e Marta Pettinari sulla strage di Bologna, con i suoi 85 morti e oltre 200 feriti il più grave atto terroristico avvenuto in Italia dopo la Seconda guerra mondiale. La memoria della strage è ancora presente nei luoghi in cui si è compiuta e ancora dolorosa nelle persone che ne sono state coinvolte. Paolo Bolognesi, oggi settantottenne, è uno di loro. I due registi lo hanno incontrato nel 40° anniversario dell’Associazione tra i familiari delle vittime, di cui è il Presidente.
Il 2 agosto 1980 con l’esplosione nell’affollatissima sala d’aspetto di seconda classe della stazione centrale, in un sabato mattina di piena estate, la cosiddetta strategia della tensione arriva al suo culmine. Quel giorno viene ripercorso sullo sfondo della vicenda personale di Paolo Bolognesi, classe 1944, che da quel 2 agosto del 1980 vede la sua vita cambiare per sempre aprendo per lui un doloroso confronto con gli effetti prodotti dalla strage, confluito nell’impegno, personale prima e attraverso l’Associazione poi, volto a ottenere verità e giustizia.
Un minuto di silenzio è un documentario che prevede l’interazione visiva del protagonista con i luoghi simbolo della strage. Il punto di vista della narrazione è quello del testimone che attinge alla propria memoria allo scopo di documentare la sua esperienza, pubblica e privata. Il titolo del documentario, introdotto dal saluto di Marta Pettinari, richiama il primo comunicato della neocostituita Associazione tra i familiari che il 2 agosto 1981 chiedeva un minuto di silenzio per le vittime, ma allude anche all’assordante e colpevole silenzio che in questi quasi 43 anni ormai ha avvolto molti aspetti della vicenda, impedendo che tutti i fatti fossero accertati e tutti i responsabili individuati.
Entrata libera