Centro per la Cultura
2011-05-25 20:30

Linha de passe

Mairania 857, Trait d`Union e Fondazione UPAD in collaborazione con la Caritas di Bolzano

Di Walter Salles – Brasile 2008 – 108`. Introduzione di Sandra Leite. A San Paolo del Brasile, quattro fratelli tentano di reinventarsi in maniera diversa. Reginaldo, il più giovane, è alla ricerca ostinata di suo padre. Dario, 18 anni, sogna una carriera da calciatore. Dinho si rifugia nella religione mentre il maggiore dei fratelli, Denis, padre di un bambino, con grandi difficoltà tenta di guadagnarsi da vivere. La loro madre, Cleusa, donna delle pulizie che ha cresciuto da sola i quattro figli, tutti nati da padri diversi, è di nuovo incinta. Simili al Brasile in crisi d`identità, tutti cercano una via d`uscita. Nell`ambito del ciclo “Sguardi sul mondo. Cinema e intercultura”. Ulteriori informazioni nella pagina interna


La rassegna
Il cinema, da sempre, racconta storie e queste storie ci raccontano il mondo: quello che conosciamo e quello che ignoriamo. E le storie viaggiano con le persone, quelle stesse che oggi, con numeri, problematiche e vissuti impensabili fino a qualche tempo fa, raggiungono la nostra terra e i nostri paesi rendendo il mondo quel villaggio globale descritto ormai da molti analisti.
Dopo il successo lo scorso anno dell’iniziativa “IntegrAzione”, Mairania 857 prosegue in questo progetto e torna a usare il linguaggio cinematografico per parlare di immigrazioni e di nuove culture. Insieme all`associazione Trait d`Union e a Fondazione UPAD di Merano ha costruito un ciclo di proiezioni dal titolo “Sguardi sul mondo. Cinema e intercultura” che si terrà a maggio.
Quattro film che raccontano di Cina e Brasile, ma anche di Italia e Francia e di quelle comunità indiane e del nord Africa che vi si sono trasferite. Il filo rosso delle storie narrate è quello dell`infanzia e dell`adolescenza nel loro tentativo di riscatto, in patria, e nella ridefinizione della propria identità, all`estero.
Ad introdurre di volta in volta la visione e a facilitarne la comprensione, sarà presente una persona originaria degli stessi paesi e delle stesse culture narrate nei film e che ora risiedono e lavorano stabilmente in Alto Adige.

La trama
San Paolo del Brasile. Una città con 20 milioni di abitanti, 200 chilometri di ingorghi e 300.000 pony express in moto. Quattro fratelli (non figli dello stesso padre) cercano di affrontare la vita assieme alla loro non più giovanissima madre nuovamente incinta. Reginaldo, un bambino, cerca con ostinazione di incontrare suo padre. Dario sogna di diventare un calciatore avendo le qualità ma ha ormai 18 anni e i club vogliono coltivare atleti più giovani. Dinho ha cercato rifugio in un gruppo religioso che frequenta con assiduità dopo il lavoro a una pompa di benzina. Dénis, già padre di un bambino, lavora come pony ma si lascia attrarre dalla malavita.
Walter Salles torna a lavorare a fianco di Daniela Thomas e ritrova il proprio slancio di denuncia che sembra quasi documentaristica per quanto è capace di scavare a fondo nella realtà. Salles ha sempre avuto un`attenzione particolare per i diseredati (chi segue il suo cinema ben ricorda i suoi esordi e il successo internazionale di “Central do Brasil”). Quello che ci propone oggi è uno sguardo di partecipazione sofferente nei confronti del mondo dei giovani apparentemente privo di speranza ma di fatto carico di un desiderio di denuncia che diviene esso stesso stimolo affinché qualcosa cambi.
Coadiuvato da giovani attori alla prima esperienza cinematografica (e forse proprio per questo assolutamente credibili) Salles ci conduce attraverso una megalopoli dai volti molteplici che riconducono però sempre a una sofferenza del vivere della quale gli `ultimi` sperimentano quotidianamente le ferite. Il regista con il suo cinema è lì a ricordarci quanto le personalità in formazione possano essere travolte da un mondo che non ha alcun interesse, se non quello dello sfruttamento (sportivo o malavitoso poco importa) nei loro confronti. È un grido di allarme quello che proviene da questo film. Un grido che non vale, purtroppo, solo per il Brasile.