Teatri di silenzio in uno spettacolo ispirato all`omonimo racconto di Michail A. Bulgakov. Drammaturgia e regia di Nazario Zambaldi. Con Paolo Carbone. Nell`ambito di “CRATere: arte, umanità e teatro contemporaneo in rassegna”
Drammaturgia e regia di Nazario Zambaldi
Con Paolo Carbone
Collaborazione artistica alla scrittura scenica: Tihana Maravic, Paolo Carbone
Collaborazione alla drammaturgia: Tihana Maravic
Organizzazione generale: Teatro PraTIKo C.R.A.T., Paola Leonardi
Luci e installazione scenica: Nazario Zambaldi
Collaborazione al suono: Alessio Kogoj
Costumi: Sonia Franzolin
In collaborazione con Accademia di Belle Arti, Bologna – Centro Teatro, Merano –
Residenza creativa Volterra, VolterraTeatro – Compagnia delle Fortezza
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“Uuuuhhh! Guardatemi sto morendo.
La bufera mi ulula il de profundis nel portone e io ululo con lei.
E` fatta, sono fregato.”
“Forever young”: il sogno di eterna giovinezza che il luminare, scienziato, sacerdote, dio del racconto di Bulgakov promette, diviene in questa proposta teatrale il pre-testo per indagare la soglia del sociale, tra animale e umano. Nel racconto di Bulgakov il Professore trapianta in un cane cervello e ghiandole seminali cercando la giovinezza: il cane diviene inaspettatamente uomo. Sulla base di suggestioni derivate dal fenomeno dei cosiddetti “feral children”, bambini selvaggi o bambini-lupo, si indaga il limite su cui pare intrecciarsi il senso, significati, identità, narrazioni: il sociale come casa, dimora o gabbia, alternativa alla foresta, al deserto.
L’idea, nata in incontri con ragazze e ragazzi dedicati alla filosofia, pedagogia e psicologia sociale, sviluppa, inevitabilmente senza risolvere, il problema centrale dell’identificazione: l’adolescenza, indicata come “periodo di mezzo”, limbo in cui i comportamenti spesso sfumano nell’incoerenza, a tratti psicotica, può essere assunta come metafora di una condizione, quella attuale, la cui ambivalenza si esprime in tutta la sua violenza: essere giovani è insieme obbligo e colpa. La normalità come possibilità di integrazione risulta sospesa tra regressione e alienazione.
Lo spettacolo è stato allestito in collegamento con il seminario “animale” (metabasis o della rivolta) a cura di teatri di silenzio presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, per il corso di Fenomenologia delle arti contemporanee. Residenza creativa a Volterra, ospite di VolterraTeatro e Carte Blanche, associazione culturale. Ricerca drammaturgica per teatri di silenzio presso l’Università di Belgrado, facoltà di filosofia, dipartimento di antropologia e etnologia a cura di Tihana Maravic (DMS Diparimento di Musica e Spettacolo dell’università di Bologna).