di Denis Villeneuve – USA 2016 – 116′ – con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker
Arrival è un cerchio. Questa forma attraversa tridimensionalmente tutto il materiale narrativo. La struttura degli eventi enunciata ad anello, con un inizio che corrisponde a una fine, è anche il modo di pensare il tempo e il linguaggio degli alieni. Il cerchio è proiettato su uno schermo bianco, una parete solo apparentemente divisoria che invece è essenziale al linguaggio. Senza di lei come ostacolo non può esserci contatto (l’opposto di come noi intendiamo la buona comunicazione, trasmissione senza ostacoli). Villeneuve tenta infatti di andare nei territori intellettuali esplorati da Kubrick e Tarkovskij: fa della materia più commerciale possibile, ovvero l’attrattiva di alieni, astronavi e possibile guerra planetaria, una parabola filosofica ambiziosissima.
___
Fantasofia
rassegna-seminario a cura di Camilla Stirati e Andrea Rossi
Spesso i filosofi e gli scienziati, per dimostrare l’andamento del mondo, devono ricorrere agli “esperimenti mentali” o “ideali”, quegli esperimenti condotti con gli “occhi della mente”, perché risulterebbero empiricamente non fattibili, pur essendo fondamentali per la comprensione delle leggi dell’universo e del comportamento umano. Il linguaggio cinematografico, allontanandosi straordinariamente dal reale quotidiano e familiare, inevitabilmente metaforico, spesso può farci scorgere – da un punto di vista metacognitivo – qualcosa del mondo che normalmente non vedremmo. Questo “effetto distanziante” è caratteristico dei film di fantascienza e la rassegna-seminario in programma cercherà di far scorgere quello che normalmente non si vede.
Nell’ambito di Mercoledì Cinema
Entrata libera