Di Olivier Masset-Depasse – Belgio 2010 – 95’. Introduzione di Katia Sartori. Tania Zimina, una donna di origine russa, e suo figlio Ivan vivono in Belgio ormai da otto anni. Perfettamente integrati ma senza documenti, dunque clandestini. Entrambi, scoperti e separati dalla polizia, vivranno il lato drammatico, oscuro e violento delle istituzioni che si occupano di loro. Nell`ambito del ciclo “Sguardi sul mondo. Cinema e intercultura”.Ulteriori informazioni nella pagina interna
Sguardi sul mondo. Cinema e intercultura: la rassegna
Il cinema, da sempre, racconta storie e queste storie ci raccontano il mondo: quello che conosciamo e quello che ignoriamo. E le storie viaggiano con le persone, quelle stesse che oggi, con numeri, problematiche e vissuti impensabili fino a qualche tempo fa, raggiungono la nostra terra e i nostri paesi rendendo il mondo quel villaggio globale descritto ormai da molti analisti.
Tornando ad utilizzare il linguaggio cinematografico per parlare di immigrazioni e di nuove culture, Mairania 857, insieme all’associazione Trait d’Union e a Fondazione UPAD, propone dal 21 settembre al 12 ottobre al Centro per la Cultura di Merano un nuovo ciclo di “Sguardi sul mondo. Cinema e intercultura” tutto declinato al femminile.
I quattro film che lo costituiscono raccontano infatti di donne coraggiose, che dall’Afghanistan al Belgio, dal Perù al Senegal, vivono, seppur in contesti molto diversi tra loro, situazioni istituzionali e sociali oppressive e violente. Donne che entrano in conflitto con leggi e norme, spesso dettate unicamente dalla tradizione e dalla paura, che le limitano nella libertà e che lottano, non sempre con successo, per il diritto di riappropriarsi della propria dignità di donna e della propria autonomia.
Ad introdurre di volta in volta la visione e a facilitarne la comprensione, sarà presente una persona originaria degli stessi paesi e delle stesse culture narrate nei film e che ora risiedono e lavorano stabilmente in Alto Adige.