Tra i mestieri d’arte del cinema, palestre vive di ricerca e progetto, disegno e manualità, occupa un posto particolare il costume: è un tassello fondamentale nel viaggio nel tempo di ogni racconto per immagini, nel passato o nel futuro oppure in altre dimensioni del nostro presente. Ed è un lavoro sempre addosso al personaggio, ad attori, attrici e comparse: il costume, in sostanza, è la forma prima per cui uomini e donne diventano altri da noi spettatori.
Alle volte basta un piccolo particolare, come un paio di occhiali da sole tondi da uomo o un particolare fermacapelli, per rendere riconoscibile un personaggio. I costumi catturano lo spettatore e lo portano nell’epoca o nella galassia in cui il film è ambientato: crearli richiede molta ricerca e tanto amore per i dettagli.
La regina degli Oscar per questa categoria è Edith Head: nominata ben 35 volte, ha vinto 8 statuette. Sua l’affermazione: “Creiamo l’illusione di aver trasformato gli attori in qualcosa che non sono”.
Vestire un film, vestire i suoi interpreti, significa davvero “fare cinema”, e farlo con quella intelligenza della mano che proprio nei costumi continua a esprimersi orgogliosamente antica, senza lasciarsi sostituire da tecnologie digitali. È il cinema fatto a mano.
Rassegna a cura di Roberto Bommassar e Stefania Borin organizzata nell’ambito di Mercoledì Cinema.
Entrata libera a tutte le proiezioni
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