Centro per la Cultura
2011-05-18 20:30

Filo di luce

Mairania 857, Trait d`Union e Fondazione UPAD in collaborazione con la Caritas di Bolzano

Di Michele Fasano – Italia 2005 – 56`. Introduzione di Nafisa Melchiori. Raman è una bambina di dieci anni, indiana, di religione Sikh, arrivata in Italia quando ne aveva quattro al seguito di sua madre, per raggiungere il padre, emigrato in Pianura Padana sei anni prima per lavoro. Raman è felice della sua vita, però dopo una vacanza in Punjab, dove riprende il contatto con la terra del padre, ritorna in Italia piena di domande, dando avvio ad un confronto tra la sua terra di origine e quella che la ospita e sente sua. Nell`ambito del ciclo “Sguardi sul mondo. Cinema e intercultura”. Ulteriori informazioni nella pagina interna

La rassegna
Il cinema, da sempre, racconta storie e queste storie ci raccontano il mondo: quello che conosciamo e quello che ignoriamo. E le storie viaggiano con le persone, quelle stesse che oggi, con numeri, problematiche e vissuti impensabili fino a qualche tempo fa, raggiungono la nostra terra e i nostri paesi rendendo il mondo quel villaggio globale descritto ormai da molti analisti.
Dopo il successo lo scorso anno dell’iniziativa “IntegrAzione”, Mairania 857 prosegue in questo progetto e torna a usare il linguaggio cinematografico per parlare di immigrazioni e di nuove culture. Insieme all`associazione Trait d`Union e a Fondazione UPAD di Merano ha costruito un ciclo di proiezioni dal titolo “Sguardi sul mondo. Cinema e intercultura” che si terrà a maggio.
Quattro film che raccontano di Cina e Brasile, ma anche di Italia e Francia e di quelle comunità indiane e del nord Africa che vi si sono trasferite. Il filo rosso delle storie narrate è quello dell`infanzia e dell`adolescenza nel loro tentativo di riscatto, in patria, e nella ridefinizione della propria identità, all`estero.
Ad introdurre di volta in volta la visione e a facilitarne la comprensione, sarà presente una persona originaria degli stessi paesi e delle stesse culture narrate nei film e che ora risiedono e lavorano stabilmente in Alto Adige.

La trama
Raman è una bambina di dieci anni, indiana, di religione Sikh, arrivata in Italia quando ne aveva quattro al seguito di sua madre. Non ricorda nulla del Punjab, la terra d`origine del padre, emigrato in Pianura Padana sei anni prima della moglie, per lavorare come mungitore in cascina là dove una volta vivevano i contadini italiani ormai estinti. Raman è felice di vivere in campagna perché, come lei dice, le piacciono i “paesaggi silenziosi”.
Racconta, però, che dopo una vacanza in Punjab, dove aveva ripreso contatto con la terra del padre, è ritornata in Italia piena di domande… dando avvio ad un confronto tra la sua terra di origine e quella che la ospita e sente sua. Si reca, quindi, dal guru del tempio sikh di Vescovato in provincia di Cremona per cercare qualche risposta a tali quesiti. Dai racconti del guru emergono principi di rispetto per le altre culture, per le altre religioni e per la biodiversità della natura.
La bambina scopre così, che già in precedenza, da sola, aveva fatto propri quei pensieri, senza saperlo, nell`ascolto silenzioso del paesaggio sonoro della campagna, come lei dice “quando le macchine si fermano”, sullo sfondo del fiume Po e della campagna tra Cremona e Reggio Emilia. iere invisibili di quella prigione di cemento in cui sono relegati.