Centro per la Cultura
2018-05-18 20:00

Delfini

Centro Teatro - C.R.A.T. Centro Ricerca Artistica Teatrale

Di e con Monica Trettel e Michele Fiocchi. Il testo è frutto di testimonianze di chi ha vissuto un´esperienza di premorte (NDE) ed “è tornato indietro”… Ulteriori informazioni nella pagina interna

I Delfini sono mammiferi e come noi posseggono un linguaggio e qualcosa che sembra indicare una coscienza di sé. Nei delfini la respirazione è un atto volontario, e possono, in determinate circostanze, decidere di smettere di respirare.

I Delfini sono una metafora, per raccontare il “campo della coscienza” che le ultime scoperte in campi di studio molto differenti, indicano come strumento per comunicare/interagire con il mondo della materia.
Questo fenomeno sembra indicare la presenza di un campo di energia soggiacente ai livelli di realtà che sperimentiamo normalmente.
In accordo con le antiche tradizioni di saggezza di molte culture, questo campo permette una istantanea trasmissione di informazioni e suggerisce che la nostra mente sia non-locale. È quindi accettabile l’idea che gli esseri umani siano dotati di molte più capacità di quelle che conosciamo e che sfruttiamo e che alcuni fenomeni, come ad esempio il morire, non siano altro che salti dimensionali. Delfini è un testo “lieve”, un teatro a 4 dimensioni, per utilizzare le parole del Maestro Jurij Alschitz e racconta i passaggi del “morire” riportati da chi ha vissuto un’esperienza di premorte (NDE) ed è “tornato indietro”.

“Il materiale dal quale abbiamo attinto va dalle ricerche di Elisabeth Kübler Ross, tanatologa di fama mondiale, a Rudolf Steiner, dal Libro Tibetano dei Morti alle tante testimonianze reperibili in rete. L’intento è di rendere visibile – per dirla con le parole del poeta Robert Musil – “la seconda vita segreta delle cose”, riconoscibile solo con gli occhi della Coscienza”.