Commedia degli equivoci in due atti di Plauto. Traduzione, rielaborazione, adattamento teatrale e regia di Antonio Loguercio. Con il Teatro d`arte di Brunico. Ulteriori informazioni nella pagina interna
Un vecchio mercante di Siracusa aveva due figli gemelli così somiglianti fra loro che perfino la la madre, che li aveva messi al mondo, non era in grado di distinguerli. I ragazzi erano cresciuti e andavano già quasi per i tredici anni, quando il padre armò un grande bastimento, lo caricò di ogni ben di dio e partì per la fiera di Taranto portandosi con sé uno dei due figli, di nome Menecmo.
Volle il caso che proprio in quel tempo a Taranto si svolgessero dei giochi e, pertanto, in quel clima di festa e baldoria, era accorsa in città un`infinità di gente. In mezzo a tutta quella folla, il giovane si perdette, fu trovato tutto disperato da un mercante di Ostia che, mosso a pietà, se lo portò nella sua città ospitandolo a casa sua e trattandolo quasi come un figlio.
Il padre, per la perdita del figlio, cadde nella più nera disperazione e, in capo ad un paio di giorni, morì di crepacuore in quella città, senza aver potuto in alcun modo ritrovare il figlio. La triste notizia giunse nella città siciliana ove il nonno decise di dare al giovane rimasto a casa lo stesso nome di quello scomparso, che tanto gli era caro, e da Callisto volle che si chiamasse Menecmo.
Questi, anni dopo, una volta sitemate tutte le sue faccende, si mise alla ricerca del fratello gemello e un bel giorno, per puro caso, si trovò a sostare nella città di Ostia. Qui la gente del posto subito scambia il forestiero per il vero Menecmo e la stessa cosa succede per l`amante Giulia, la moglie Pomponia ed il suocero Sempronio. Ma alla fine…..dopo varie ed incredibili vicende….. .