Kulturzentrum
2018-07-25 20:30

Giorni perduti

Mairania 857

di Billy Wilder – USA 1945 – 101´
Tratto da un romanzo di Charles Jackson, è il film più espressionista di Wilder, possente dramma sul tema dell´alcolismo con toni cupi da noir, ambientato in una New York da incubo allucinato. Geniale l’idea del regista di rappresentare il vizio del bere, storica piaga sociale della società americana, come un fatto privato, un triste spettacolo in solitario di un uomo allo sfacelo, sprofondato in una spirale di perdizione senza uscita apparente. Questo viaggio all’inferno (di andata e ritorno) è un ritratto di dannazione di solenne spessore tragico, emotivamente instabile come il suo protagonista. Senza retorica moralistica o sentimentalismi edificanti, l’autore mette in scena con austero rigore una deriva autodistruttiva tanto folle quanto angosciante, un cupio dissolvi di profondo sgomento etico per la perdita di ogni barlume di umano decoro.
Nell´ambito di „Mercoledì Cinema. Billy Goes to Hollywood“. Ulteriori info nella pagina interna. Entrata libera

Billy Goes to Hollywood
I registi austro-ungarici nella fabbrica dei sogni
13.06 – 29.08

Fra gli anni Venti e gli anni Trenta, un pezzo, vasto e consapevole, della vecchia Europa, per voglia o per forza, si rifugia tra le braccia della più potente industria culturale del Novecento e crea molti prototipi che, a tutt’oggi, imprimono una sorta di copyright al cinema americano, quello di consumo come quello di autore. Tra i viaggiatori che varcarono l’oceano, provenienti dai territori dell’Impero austro-ungarico, molti sono i nomi celebri: Erich von Stroheim, Josef von Sternberg, Fritz Lang, Billy Wilder, Michael Curtiz, Otto Preminger, Fred Zinnemann e altri ancora. Quella migrazione costituì una sorta di atto fondante, seppure forse inconsapevole, di una nuova estetica del cinema. Innovazioni formali, cambiamenti linguistici, temi realistici o fantastici, stili ardimentosi, mutazioni sceniche, che hanno plasmato il cinema americano fino a modificarne in profondità l’assetto e l’immagine, partono tutti da lì. Prima di allora solo l’inglese Chaplin aveva rivoluzionato in una maniera altrettanto forte quel cinema.